Pino parigino

Nel periodo del nostro prossimo soggiorno parigino verrà disputato l’incontro calcistico Atalanta–Fiorentina,  ma dopo il sabato della vergogna (17 marzo 2012, manita da’ gobbi in casa nostra), mi rifiuto di seguire le gesta dei signorini che indossano senza ritegno la Maglia Viola, anche se di qui alla fine del campionato ogni partita potrebbe essere una sfida per la salvezza o un passo verso la serie B. Certo che sarebbe bello tornare all’Havane Cafè!
La sera dell’arrivo a Parigi, la mia prima volta nella città che già sognavo e tanto amo, gli Esiliati del Viola Club Paris mi fecero sentire subito a casa… bisogna che li riveda, sì, bisognerà cogliere di nuovo l’occasione di sentirsi uniti da quel magico colore.

Mentre l’Italia si sfaldava e tremava e piangeva sotto la pioggia, oltre che nel fango non solo metaforico, mi godevo con lo sposo un incantevole autunno nella magica città delle mille luci… poi, al rientro, senza voglia di riprendere contatto con la realtà più avvilente, mi  ero sentita parecchio a disagio, ma per qualche giorno almeno ero riuscita a dirmi che piuttosto mi sarei dovuta sentire in colpa se non avessi scelto di scacciar via i sensi di colpa e tutti gli alibi senza senso che frenano la gioia di vivere con l’anima spalancata. (Esserci, leggerne, piangerne… avrebbe cambiato qualcosa?).
Oggi è diverso. Mi sento a disagio se mi tradisco, non se godo. Mi piace ricordare la vacanza parigina prima di rinnovare l’incanto? Ricordo.

Il giorno dell’arrivo, appoggiati i bagagli in un angolo della hall, perché la nostra camera non era ancora pronta, per prima cosa una girata per le vie del quartiere e la scoperta di tanti giardini, non famosi e spettacolari come le Tuileries,

ricche di statue, fontane, viali e vialetti, giardini nei giardini e curve e spiazzi affollati di gabbiani vanitosi (si mettevano in posa per le foto!)

o gli Champs Elysées (enormi e fioriti),

ma luminosi, ricchi e profumati ovunque

… anche in periferia spettacoli di rami e foglie colorate d’autunno

e anche a Parigi abbracciavo i pini,

abbracciavo un pino parigino

come, anche a Parigi, si fraternizzava con i manifestanti

e si leggevano giornali di lotta e di protesta…

anche senza smettere di fare i turisti, non per caso, ma per amore

[ à Paris, 2]

4 pensieri su “Pino parigino

  1. Siete stati ai giardini di Palais Royale?
    Centralissimi eppure nascosti, con tanti negozietti polverosi (molti ancora autentici) lungo i portici che, sotto i palazzi, chiudono questo enorme giardino rettangolare…..una delizia in pieno centro (dietro la Comedie)

  2. sì, appena usciti dal Louvre siamo stati a spasso lì 🙂
    Ma ci torneremo, mi sa. Non è la legge di Parigi? Chi ci va ci deve tornare
    Manca tanto ancora da vedere e vivere, però qualche ripasso ci sarà

  3. Ma la cgt SGLCE sarebbe la Cgil francese? Di sicuro non potrei fraternizzare(politicamente ovviamente!) con loro: sono molto più a sinistra( di sicuro rispetto alla Cgil):) Foto davvero molto belle, le ricordo quasi tutte; una in particolare mi colpisce maggiormente in questo periodo…vabbè. Però dai CATE, non dirmi che non seguirai la Fiore…proprio adesso ha bisogno del nostro sostegno. Intanto ti auguro una serena serata.
    Bacio democratico:*

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